Fino a quando non troverai un modo per condividere con il tuo strumento IA le informazioni che contano — i tuoi obiettivi, le tue preferenze, i tuoi flussi di lavoro e i tuoi vincoli — le tue interazioni con IA saranno simili a una ricerca google avanzata - e starai utilizzando solo una parte limitata del suo potenziale.
Questo ero io fino a non troppo tempo fa. Nonostante le maratone di tutorial su YouTube, i prompt avanzati, e la sperimentazione dei tool più diversi, i risultati erano sotto le aspettative: output utili, certo, ma vaghi e slegati tra loro. ChatGPT e gli altri IA chatbot (Claude, Gemini etc.) semplicemente non riuscivano a fare una differenza significativa nelle mie task lavorative e nelle mie attività quotidiane.
Tuttavia da quando ho iniziato a prestare più attenzione all’onboarding dell’IA nei miei progetti ho capito che si può superare quel muro di vaghezza e ottenere un forte salto di qualità nelle risposte.
Il mio utilizzo di ChatGPT è passato da chiedere aiuto a un chatbot intelligente (ma isolato) a un sistema di consiglieri IA personali che mi conoscono e sanno quali sono i miei obiettivi. In altre parole, ho cominciato a intravedere i primi scorci di un sistema operativo personale basato su intelligenza artificiale e che funziona nel background della mia vita.
Parlando con amici e colleghi, mi sono accorto che molti condividono simili frustrazioni con gli strumenti IA attuali. Così ho deciso di condividere alcune intuizioni e modi d’uso che ho sperimentato finora: come integrare l’IA in progetti o diverse aree della vita, e creare una rete di IA advisor o assistenti sempre a disposizione.
Per fortuna non c’è bisogno di imparare a usare strumenti nuovi e non ci sono complessità tecniche. Bisogna solo seguire un paio di accorgimenti.
Perché l’approccio “Chiedilo a ChatGPT” non basta — e come ripensare l’utilizzo in modo strategico
Avrai probabilmente sentito dire più volte sul lavoro: “Potremmo usare ChatGPT per questo.” Oppure: “Perché non lo automatizziamo con l’IA?” La promessa suona magica: risparmia tempo, aumenta la produttività, risolvi problemi con qualche prompt.
Ma se hai provato davvero ad integrare l’IA nei tuoi flussi di lavoro, avrai notato due problemi ricorrenti.
- Primo, i risultati delle tue interazioni sono spesso vaghi, con dettagli irrilevanti, fuori contesto.
- Secondo, l’IA è limitata — non ha accesso ai tuoi strumenti, ai tuoi dati, o ai sistemi dove lavori.
Questi problemi tuttavia non sono necessariamente dipendenti dall’intelligenza del modello. Più che altro, sono dovuti a due fattori diversi:
- Senza la tua conoscenza e il tuo contesto, l’IA non può essere precisa o proattiva. Non conosce i dettagli dei tuoi progetti né come vuoi che operi. E se provi a comprimere tutto in un unico prompt lungo, perde il filo. Facendo un esempio lavorativo, é come se dopo aver assunto un nuovo dipendente gli chiedessi di risolvere problemi complessi della tua azienda senza però aver messo a punto alcun processo di inserimento in azienda.
- Il nostro istinto umano è di spingere questa tecnologia verso aree semplici per noi ma in cui l’IA non è ancora forte (es. “Paga le bollette per me. E’ facile. Perchè non ci riesci? Perchè??”).
Da parte mia, ho capito che alcuni utenti erano riusciti ad ovviare a queste due limitazioni quando ho sentito questa affermazione di Sam Altman:
“Le persone più anziane usano ChatGPT come sostituto di Google. I ventenni o trentenni lo utilizzano per consigli di vita.. [Ma] la generazione Gen Z usa l’IA come un sistema operativo. La configurano in modi complessi, la collegano a una quantità di file e hanno prompt complessi memorizzati… ChatGPT ha il contesto completo su ogni persona nella loro vita e sa di cosa hanno discusso.”
Questo é stato un punto di svolta per me. I power user trattano l’IA come un sistema operativo della loro vita, dando all’IA il giusto contesto e concentrando l’uso della tecnologia dove brilla: strategia, aiuto nelle decisioni, task di alto livello.
Queste intuizioni hanno cambiato profondamente il mio utilizzo di ChatGPT.
Personal IA advisor in azione: alcuni esempi
Una volta iniziato ad applicare questo nuovo framework, le mie interazioni hanno smesso di sembrare generiche e sono diventate molto più acute, proattive ed efficaci. Come conversazioni con un compagno di squadra:
- Il mio assistente in ChatGPT per il 2025 conosce i miei progetti personali e i miei obiettivi. Il suo obiettivo é quello di aiutarmi a rimanere focalizzato ed attuare il piano. Esempi d’uso:
- Una volta alla settimana faccio una revisione del progresso rispetto al piano (dialogando con l’IA in funzionalità voce). L’assistente tiene traccia di cosa è in linea o fuori rotta, mi ricorda la visione d’insieme e mi spinge verso priorità che potrei trascurare. È come avere un coach iperpaziente, che non dimentica gli obiettivi e conosce i miei punti di forza/debolezza.
- Funge da consulente quando i progetti sono in stallo – conosce le varie cose a cui sto lavorando senza che abbia bisogno di ripetere le informazioni ogni volta
- Il mio “Warrior Program” coach é un assistente costruito in Chat-GPT che conosce i miei obiettivi di allenamento (presi dal Warrior Program di Greg O’Gallagher) e conosce i miei obiettivi calorici e macro-nutrienti. Esempi d’uso:
- Registra le calorie e stima i macro da una foto (addio, Yazio).
- Suggerisce opzioni per cena basate su ciò che ho già mangiato durante la giornata, aiutandomi a centrare gli obiettivi.
- Quando sono all’estero, posso condividere con l’assistente il menù in lingua locale: lo traduce, filtra i cibi che odio (no cetrioli, grazie!), e suggerisce piatti compatibili con gli obiettivi. È come avere un nutrizionista poliglotta personalizzato disponibile 24/7.
- Il mio Assistente IA per i viaggi conosce le mie esigenze e le mie preferenze di viaggio. Esempi d’uso:
- Ricerca personalizzata di viaggi aerei e appartamenti in affitto
- Prepara un dossier completo della città che sto per visitare, su misura per le mie preferenze.
- Ad esempio, per il mio recente viaggio a Katowice per il festival Bachaturo, ha generato un documento ordinato con attrazioni da vedere, locali che si adattano alle mie preferenze, meteo, e link in Google Maps .
- Senza di esso, probabilmente avrei fatto una ricerca su Google, ma molto basica. Ora ottengo un’esperienza ricca, proattiva, da concierge. Lo stesso format è poi utilizzato in automatico per ogni viaggio – basta specificare città e periodo di viaggio.
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Per chiarezza: questi sono esempi iniziali, e non sento la necessità di fare sempre affidamento su questi sistemi: a questo stadio sto ancora sperimentando, cercando di capire le possibilità.
Ma questi esempi offrono uno scorcio del potenziale inespresso degli strumenti IA che abbiamo già a disposizione.
Il trucco: preparare documenti di onboarding per la tua IA
Ma quindi come si costruiscono questi personal advisor in pratica? Il trucco è creare dei documenti di onboarding per loro, proprio come faresti con un nuovo membro del team.
Ho scoperto questa idea nella serie “Master Prompt” di Tiago Forte: ciò che serve é costruire un documento unico che contiene informazioni sui tuoi obiettivi, vincoli e preferenze. Pensalo come il manuale di riferimento per la tua IA — raccoglie le informazioni più importanti che l’IA deve conoscere di te, tutto in un unico posto. Ad esempio, può includere:
- I tuoi obiettivi e le tue priorità
- I tuoi punti di forza e di debolezza
- Il tuo ruolo, il contesto del team e aziendale
- Le tue preferenze su come ti piace lavorare
E certo, puoi anche creare documenti di onboarding per la tua vita. Per esempio, qui trovi quelli che ho usato per il mio assistente di viaggio (preferenze; dossier template). Sentiti libero di copiarli e creare la tua versione (ho rimosso alcune informazioni personali, ma l’idea è chiara).

Una volta caricato il documento di onboarding in un Progetto GPT dedicato (o equivalenti), la qualità delle risposte cresce drasticamente. Combinalo con istruzioni personalizzate chiare e la tua IA ha una base solida per offrire consigli su misura.
Come creare il tuo primo IA personal assistant in 5 passi
Ecco come fare, in pratica:
- Scegli un progetto o un’area. Inizia con qualcosa di strategico in cui l’aiuto dell’IA porta a benefici che si moltiplicano nel tempo.
- Crea il tuo documento di onboarding. Raccogli le informazioni che l’IA deve sapere, strutturale chiaramente. Un modo semplice:prima spiega all’IA cosa stai cercando di ottenere; poi chiedile di generare domande su misura per estrarre il giusto contesto (come se dovessi redigere un Q&A doc). Puoi usare il mio IA Onboarding Generator — un GPT che ho costruito per questo scopo. (Per chiarezza: non vedo alcuna delle informazioni che fornisci; restano nel tuo account ChatGPT.)
- Inserisci le informazioni. Rispondi alle domande in modo approfondito, ma evita dettagli inutili o confusi. Pensalo come l’onboarding di un nuovo compagno di squadra (e se scrivere è lento, detta le informazioni in modalità voce, e poi chiedile di compilare il documento per te).
- Prepara le istruzioni personalizzate. Scrivi istruzioni chiare per l’IA, facendo esplicito riferimento al documento di onboarding per il contesto.
- Dille cosa ti aspetti, il tono che deve assumere, come deve interagire con te.
- Tieni separati contesto e istruzioni — mescolarli può confondere l’IA.
- trova un equilibrio con le istruzioni. Troppe istruzioni dettagliate possono confondere il modello. Inizia con poche istruzioni concise, interagisci un paio di volte, poi affina.
- Consiglio pro: chiedi all’IA di generarle e formattarle in markdown per chiarezza.
- Carica le informazioni nel tuo Progetto GPT. È importante farlo nella sezione Progetti — non in una chat normale. I Progetti permettono di allegare documenti e istruzioni, così ogni conversazione all’interno utilizza automaticamente quel contesto. Extra: attiva la funzione memory di ChatGPT così l’IA può imparare da interazioni più ampie.
Una volta che il tuo consigliere è configurato, interagisci con esso e nota il salto di qualità. Aspettati qualche aggiustamento — modifica le istruzioni, aggiungi o elimina contenuti, osserva cosa migliora. (Mantieni sempre una copia di backup.)
Nota a margine: anche se mostro esempi con ChatGPT, la stessa funzione esiste in altri strumenti IA come Claude e Google Gemini — dove si chiamano “Gems”.
Per concludere
La tua sfida per oggi è questa: scegli un’area della tua vita professionale o personale. Crea il tuo primo consigliere personalizzato. Compila un documento di onboarding. Aggiungi obiettivi, preferenze e vincoli. Poi scopri quanto l’IA può lavorare diversamente con te.
Una volta sperimentato il salto di qualità non vorrai più tornare indietro.